Associazione tutela del patrimonio storico della Val Divedro
Vecchi documenti
In ordine cronologico
- Bolletta imposte
di Panighetti Lorenzo fu Francesco, 1839, bovina una, erbarola una.
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Riportiamo notizie estratte da rarissimi Bollettini del Club Alpino
Italiano. Il vol 3 a pag ix e seguenti riporta l'elenco generale dei 283
soci a tutto marzo 1870: essendo il bollettino stampato in copie pari al
numero di soci piu' quelle da regalare ai club stranieri, potete immaginare
quante poche ne siano rimaste. Tra deputati e senatori del regno, nobili,
professori, ingegneri, soci prestigiosi come John Ball, barone Bettino
Ricasoli, deputato, cav G.Schiapparelli, direttore Osservatorio Astronomico,
comm Quintino Sella, ministro delle Finanze, ben dieci ossolani: ing
Giovanni Belli (Calasca), Stefano Calpini (Domodossola), cav Giovanni
Gentinetta (Domodossola), avv Antonio Guglielmazzi (Masera), Francesco
Mellerio (Masera), geom Pietro Pirazzi Maffiola (Piedimulera), Giovanni
Protasi (Piedimulera), avv Angelo Rigoni (Domodossola), avv Lodovico Spezia
(Pontegrande), avv Giacomo Trabucchi (Domodossola).
Poco dopo, nel volume V 1870-71, pag 3-35 si trova la relazione della
Riunione degli Alpinisti in Domodossola nel 28 agosto 1870, con 200
convenuti, tra i quali l'abate Gorret. A pag 519 e' riportato l'elenco dei
69 libri appartenenti alla Sede succursale del Club Alpino di Domodossola.
Sul Bollettino nr. 27 , del 1876, a pag 310
e seguenti, relazione sul Veglia del Tenente della 10a compagnia alpina G. Bazeta, con alla fine
la tavola VII, splendida
cromolitografia sul Veglia ,
piu' volte ripiegata, di dimensioni 13 x 80 cm.
L'ormai raro
Bollettino del CAI num 48 , vol XV, del 1881, pubblico' in appendice l'elenco dei
3.585 soci, suddivisi per Sezioni. A quel tempo evidentemente non c'erano ne' problemi di
privacy, ne' leggi al riguardo, anzi era un onore appartenere a un'associazione prestigiosa
come il Club Alpino Italiano e il farlo sapere.
La sezione di Domodossola (con sede in via Galletti 250) fu la quinta ad
essere fondata, nel 1869, dopo
Torino (1863), Aosta, Varallo, e Agordo (il regno d'Italia e' del 1861).
Nel 1881 contava 88 soci, e le cariche direttive erano:
Presidente Guglielmazzi cav. avv. Antonio
Vicepresidente Calpini cav. avv. Stefano
Tesoriere Porta Antonio
Segretario Levatelli geometra Pier Ambrogio
Direttori Savaglio Della Colla Giorgio
Tabacco Pompeo
Cavalli notaio Giacomo
22 soci erano di Domodossola (tra i quali vi era il prof. Federico Ashton,
noto pittore), qualcuno sparso in Italia, il resto delle valli, e 5 di
Varzo, precisamente:
Allasia Gabriele, citato come Gabriel Alasa, socio fondatore della Sozieta'
Alpina Dverona, nel discorso di inaugurazione del Rifugio Monte Leone, nel 17 agosto 1884
Castelli dott. Giovanni (vedi nome del viale dal centro alla Stazione)
Mollo Pietro fu Agostino, comandante del Drappello Guardie-Fuoco nel 1884
Valdo Giovanni di altro (poi emigrato a Parigi, gia' proprietari del villone
a Cattagna, a sinistra prima della chiesa, che aveva le decorazioni in
ghisa)
Zanalda Giorgio (famiglia poi proprietaria dell'Albergo Tronconi)
Un altro possibile varzese potrebbe essere il "Savaglio Della Colla
Giorgio", da identificarsi con il Giorgio Savaglio autore a Masera nel 1911
del libretto "Vocabolo del Dvarun" (Della Colla dovrebbe riferirsi alla
frazione di Varzo ancora dello stesso nome), nato a Varzo il 28.2.1862 da
Savaglio Giuseppe e Paggi Giuseppina. La piu' bella casa de La Colla, ora
in fase di ristrutturazione, e' chiamata villa Savaglio.
- Gita al Veglia
in "La Perseveranza, lunedì 9 agosto1886"; la leggibilità, modesta, dipende dal programma col quale aprite il file.
L'originale è comunque consultabile (solo) in microfilm presso la Biblioteca Sormani di Milano.
- Convocazione della Guardia-fuoco
Fedele Gatti, 17/4/1884
- Testamento
di Gatti Giorgio fu Lorenzo, 19/7/1886, Regnando Umberto primo per grazia di Dio, ... nella stanza cubicolare
del testatore posta nella casa di lui propria, senza numero civico, posta nella frazione di Durogna ...
- Originale
certificato di nascita di Alleoli Maria del 26/10/1892 in Varzo
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Cartella dei pagamenti di Francinetta Virginia e sorelle, 1896
- Cosiderazioni sulle
commemorazioni per il centenario del Traforo del Sempione
- Libretto del Panificio e salumeria di Levati Francesco, Varzo,
1921
- Cartolina Precetto
per la consegna obbligatoria del bestiame, a nome Gatti Carolina , Durognio (!) Varzo, in base a una circolare del 15/12/1929.
- Polizza assicurazione bestiame
Un esempio di quanto si puo' ricavare da un apparentemente banale pezzo di
carta.
Un curioso documento del primo dopoguerra, 1921: l'intestazione della polizza era
"Societa' di Mutua Assicurazione del bestiame
bovino fra gli Allevatori del Comune di Varzo, Polizza di Assicurazione pel Socio Sig Gatti Fedele".
Numero, nome, valore di stima dei due animali assicurati, una chiamata
banalmente Piccola, l'altra di tre anni, quindi classe 1918, dal nome
patriottico Gorizia, nome al tempo noto per il bombardamento e la
liberazione.
Il premio di assicurazione era pari all'1 % del valore di stima.
Considerando l'inflazione Istat, il valore di stima di Gorizia di 3750 Lire,
andrebbe moltiplicato per 1.500, dando 5.625.000 lire attuali, o circa 2.900
Euro. La stalla con lunga mangiatoia, selciato e canale di scolo, ancora
esistente nel nucleo storico di Durogna (o Lüvrogna), conservata integra
come all'origine, poteva contenere 5 capi.Orientata sud-nord, due finestrini
alle estremita' garantivano l'aerazione; sopra, al solito, il fienile.
Fedele Gatti, e' gia' stato ricordato nel 2003 sul Risveglio come uno dei
primi membri dei pompieri, o Guardia Fuoco, nel 1884; la sua famiglia,
abitante per secoli sul luogo, aveva anche dato nome alla sovrastante
frazione Casagatti.
Durogna e' quella frazione di Varzo al termine della Via Crucis o Calvario,
oggetto di qualche recente articolo sul Risveglio sullo spostamento delle
antenne ripetitrici. Nei secoli passati densamente popolata, ora una sola
famiglia vi abita per la maggior parte dell'anno.
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- Vecchio Dvarun
Incuriosito dalle origini del gergo di Varzo, del quale l'ex sindaco di
Varzo Piero Piretti e' un fine dicitore, ho avuto la fortuna di ricevere
dalla professoressa Florinda Morisetti ( autrice nel 1974 di una tesi di
laurea dal titolo "Commento a relitti folklorici della valle Divedro") un
manoscritto compilato da Vittorio D'Avino per il padre Albino,
"Glossario gergale ossia gergo dei calzolai e dei lattonieri varzesi" , che completa i
vocaboli del Savaglio. Allegata copertina e pagina su cibarie e utensili
casalinghi. Esempio "leiza" per acqua, comune in quasi tutti i gerghi,
"strubi" per pane, testimoniato anche dall'Alvazzi.
Inoltre le preziose informazioni di Guido Pedrojetta, docente di
dialettologia all'Universita' di Friburgo, mi hanno portato a conoscere
l'originale studio pubblicato nel 1932 su Italia dialettale da Gianfranco
Contini, ed ad accedere ai documenti del Centro di dialettologia e di
etnografia di Bellinzona. Infatti un secolo fa, fu condotta una ricerca sui
dialetti della Svizzera Italiana, che porto' a raccogliere tre milioni di
schede, riguardanti anche parecchi siti ossolani confinanti. In questo
momento 20 ricercatori stanno sistemando le schede nel Vocabolario (ora
giunto a Carnevale). Il problema era capire quanto il "gergo" fosse una
creazione originale (infatti pochissimi vocaboli sono riportati nel
monumentale studio di Ernesto Ferrero "Dizionario storico dei gerghi
italiani") , e quanto fosse semplicemente derivazione dal dialetto locale e
da quelli limitrofi. E gentilmente la signora Giovanna Ceccarelli del Centro
mi ha permesso di accedere al prezioso
"quaderno fonetico di Varzo" ,
compilato dal ricercatore Cerutti Giovann, nato nel 1855 a Domodossola.
Questo documento fondamentale anche per ricerche sul dialetto varzese,
testimonia la situazione del dialetto 100 anni fa, e una verifica attuale
conferma che la maggior parte dei vocaboli esistono ancora e si pronunciano
nello stesso modo. Un esempio dello sviluppo della ricerca e' il vocabolo
"atan", dato come "padre" nel quaderno fonetico, lo stesso nel gergo del
Savaglio, da un antichissimo "atta" presente in numerose parlate anche non
indoeuropee, e non piu' conosciuto ora a Varzo: sarebbe quindi in origine
voce dialettale e non gergale.
Mi scrive inoltre per il materiale a Bellinzona: i nostri materiali
attestano, per la zona in questione, dati per Vanzone, Vogogna, Santa Maria
Maggiore, Crealla e Suna. Le informazioni, tuttavia, sono "sparpagliate"
nello schedario, e l'unica chiave d'entrata e' quella alfabetica, non
geografica. Un lavoro di spoglio di tutte le schedine (3 milioni e oltre)
richiederebbe, temo, settimane di lavoro.
Allegata la prima delle 28 pagine del quaderno fonetico 105, che riporta su
fogli prestampati, le voci dialettali di Domodossola e Varzo (Trasquera e'
menzionata ma non compilata). I vocaboli erano scelti appositamente per
evidenziare differenze di pronuncia, e i segni fonetici non sono standard,
ma facilmente comprensibili. Esempio di vocaboli assonanti: ramo, mano,
piano, rana, casa, naso (guardare l'immagine, perche' la grafia italiana
non rappresenterebbe esattamente la pronuncia).
L'attivita', il personale, e l'orario per il pubblico del centro di
dialettologia di Bellinzona si possono vedere su Internet. Hanno anche in
corso la catalogazione del fondo del fu Roberto Leydi, l'immenso materiale
che il famoso studioso di folklore e musica popolare ha loro lasciato.
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- In questo periodo di riscoperta e valorizzazione del dialetto, per quanto riguarda Varzo, ho avuto la fortuna di rintracciare
una tesi del 1968 ad opera di Paola Fenizi, dal titolo "Il dialetto della val Divedro" . E' una pubblicazione importante, perchè riempe
il vuoto sulla materia nel periodo tra il quaderno fonologico di Varzo di fine '800 (primo documento conosciuto) fino alla data
della tesi: in questo lasso di tempo mi risulta esista l'atlante AIS (che ha considerato però solo Trasquera), il primo lavoro del
Contini del 1932 (che tuttavia analizzava un'antica serie di vocaboli, da lui considerata gergo, che niente hanno in comune con la
parlata normale), un opuscoletto del Savaglio e un manoscritto del D'Avino, questi ultimi ancora sul gergo.
La tesi della Fenizi, dedica il capitolo V a questo "pseudo gergo", confortata dall'intervista fatta al dottor Mazzurri, ex medico di
Trasquera, uno degli intervistati dal Contini.
Per quanto riguarda invece la parte principale, si tratta di di una trattazione molto specialistica, 140 pagine sulle 260 totali sono
dedicate a trascrizione fonetica, fonologia e morfologia, 20 al lessico (un dialogo, una leggenda e l'usuale parabola del figliol prodigo),
35 pagine al glossario. Nelle conclusioni, esamina la teoria della ladinità, legata alla palatizzazione della c, e della g.
Allegata la tavola V che mostra il territorio coperto dalla ricerca,
paragonato a quello dell'atlante AIS, la tavola VI rappresentante
il triangolo vocalico tipico, e la tavola VII le consonanti.
Rappresenta in definitiva un importante documento di riferimento, consultabile presso la biblioteca di Domodossola,
alla quale è stata data una delle due copie restanti.
- Bolletta della luce
Bolletta della Dinamo, relativa a Febbraio Marzo 1939. Illuminazione a cottimo, potenza installata 30 W (!).
Ricordiamoci che le lampadine erano da poche candele e una candela equivaleva circa a 1 Watt.
A nome di Gentili Alessandro fu Antonio, in Varzo - Durogna. Già in quegli anni la luce arrivava in
questa frazione al termine del calvario, molto abitata. E fino al recente 1999 era il punto più alto di questo versante
nel quale arrivasse la luce; le frazioni successive delle Selve, Casafranchi, Cimavalle e Casagrande ne
erano ancora prive.
L'importo per questo "lusso" fu di 20,55 Lire, direi abbastanza esoso.
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Tempi di guerra, l'otto settembre 1943.
Frammenti di diario di un addetto alla Dogana, dal luglio 1943 alla fine della guerra.
Lo sconcerto, il passaggio in Svizzera, il ritorno, nuova andata in Svizzera, l'internamento, la separazione dalla famiglia,
il ritorno alla fine della guerra.
Seconda
e terza pagina (su 20).
La valigia
di legno, autoconfezionata.
- Le alluvioni di
San Giovanni nel 1951
- Considerazioni (2010) sull'
Invaso del Veglia
- Considerazioni (2010) sull'
ponte di varzo
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